• Baujahr 
    2008
  • Kilometerstand 
    999 999 km / 621 371 mi
  • Automobiltyp 
    Limousine
  • Landesspezifische Mehrwertsteuer 
    IT
  • Chassisnummer 
    ZFA31200000007541
  • Elektrische Fensterheber
    Ja
    Klimaanlage
    Ja
    Airbags
    Ja
    ABS
    Ja
    ESP
    Ja
    Wegfahrsperre
    Ja
    Partikelfilter
    Ja
  • Lenkung 
    Lenkung links
  • Zustand 
    Gebraucht
  • Innenfarbe 
    Grau
  • Anzahl der Türen 
    3
  • Zahl der Sitze 
    4
  • Standort
    Italien
  • Außenfarbe 
    Sonstige
  • Getriebe 
    Manuell
  • Antrieb 
    2wd
  • Kraftstoff 
    Petrol

Beschreibung

“Why Africa? La collezione Pigozzi”; è questo il nome della mostra dove è stata presentata la nuova “Fiat 500 Why Africa”. La vettura, esposta presso la Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli di Torino, è stata realizzata dall’artista sudafricana Esther Mahlangu, divenuta nota negli anni ’60 per aver riportato su tela l’usanza tradizionale delle donne della tribù Ndebele di affrescare l’interno e l’esterno delle loro abitazioni con motivi astratto-decorativi. Già nel 1991 la BMW volle Esther Mahlangu per dipingere una BMW 525i con i medesimi motivi. L’artista sud-africana si è anche occupata della decorazione del grattacielo della casa bavarese presso la sede di Washington.

È una delle poche artiste africane la cui arte è spesso esibita sulla scena internazionale.

Le sue opere sono presenti nelle più importanti collezioni private tra cui quella dello svizzero Jean Pigozzi e in molti musei occidentali. Pur essendo un’artista di fama internazionale Esther Mahlangu vive nel suo villaggio a stretto contatto con la propria cultura. Donna di poche parole, la Mahlangu ha dedicato la sua vita alla sua arte. Esther Mahlangu è una pittrice, nata nel 1936 a Middelburg, Mphimalanga, in Sud Africa e appartiene alla tribù Ndebele. Con tale termine ci si riferisce a diversi gruppi etnici diffusi nello Zimbabwe occidentale e nella provincia deiTransvaal in Sud Africa. La suddivisione della nazione amaNdembele risale all’inizio del XVI secolo quando cominciarono una serie di faide interne per il dominio delle tribù che portarono all’attuale divisione in tre gruppi di quella che è considerata come la nazione amaNdembele: la nazione Matabele dello Zimbabwe , la Transvaal Ndembele del nord e la Transvaal Ndembele del sud in Sud Africa.

Esther Mahlangu inizia a dipingere a soli dieci anni, seguendo gli insegnamenti della madre e della nonna, e da allora non ha più smesso perché, come lei stessa confida, la sua arte la fa sentire “molto felice”. L’artista segue, così, una tradizione locale che prevede che questo particolare tipo di tecnica pittorica sia tramandata in famiglia, comunicata, appresa e trasmessa solo dalle donne. Tali dipinti sono strettamente connessi con l’antica tradizione di decorare le case in occasione del rito di passaggio dei figli maschi. Tra i diciotto e i venti anni, infatti, i giovani della tribù si recavano alla “scuola della circoncisione” e subivano un rituale particolare che sanciva il loro passaggio all’età adulta. Per festeggiare quest’avvenimento le donne ridipingevano completamente sia l’interno sia l’esterno delle loro case con una preparazione a base di sterco di vacca e gesso utilizzando un repertorio molto vasto di figure tradizionali. Tali disegni erano caratterizzati dalla presenza di forme geometriche ripetute, limitate da un sottile bordo nero in deciso contrasto con lo sfondo bianco, tracciato in modo molto netto. I colori utilizzati sono piatti e risaltano in modo molto vivo grazie al bordo e allo sfondo utilizzati. L’astrazione geometrica che si palesa da questi dipinti è sottolineata dal continuo ripetersi di tali semplici figure che rendono però l’intera opera piuttosto complessa. In sostanza simmetrie di linee, figure e colori sono assolutamente predominanti.

Nonostante continui ad utilizzare lo stesso “vocabolario artistico” strettamente legato alla tradizione della sua etnia, Esther Mahlangu ha notevolmente modificato il supporto e le tecniche con cui lavora. L’artista, infatti, oltre ad usare pigmenti e colori industriali, ha decorato con le sue linee e le sue figure geometriche tele, sculture, ceramiche, automobili e addirittura aerei. La Mahlangu ha, infatti, realizzato nel 1991 la prima “African Art Car”, decorando con i tipici motivi della tribù Ndembele una Bmw 525, e collaborando con artisti come Andy Warhol ,David Hockney e Frank Stella. Tali disegni sono stati riportati nel 1997 anche sulle code degli aerei dalla British Airways e più di recente la stessa particolare tecnica pittorica è stata riprodotta dall’artista anche sulla nuova Fiat 500 in occasione della mostra “Why Africa?”

“Why Africa? The Pigozzi collection “; this is the name of the exhibition where the new “Fiat 500 Why Africa” ​​was presented. The car, exhibited at the Giovanni and Marella Agnelli Pinacoteca in Turin, was created by the South African artist Esther Mahlangu, who became known in the ’60s for having brought back on canvas the traditional custom of the women of the Ndebele tribe to fresco the interior and the exterior of their homes with abstract-decorative motifs. Already in 1991 BMW wanted Esther Mahlangu to paint a BMW 525i with the same reasons. The South African artist has also taken care of the decoration of the skyscraper of the Bavarian house at the Washington office.

She is one of the few African artists whose art is often exhibited on the international scene.

His works are present in the most important private collections including that of the Swiss Jean Pigozzi and in many western museums. Despite being an internationally renowned artist, Esther Mahlangu lives in her village in close contact with her own culture. A woman of few words, Mahlangu dedicated her life to her art. Esther Mahlangu is a painter, born in 1936 in Middelburg, Mphimalanga, South Africa and belongs to the Ndebele tribe. This term refers to several widespread ethnic groups in western Zimbabwe and in the Transvaal province in South Africa. The division of the amaNdembele nation dates back to the beginning of the 16th century when a series of internal feuds began for the domination of the tribes that led to the current division into three groups of what is regarded as the nation amaNdembele: the Matabele nation of Zimbabwe, the Transvaal Ndembele of the north and the Transvaal Ndembele of the south in South Africa.

Esther Mahlangu began painting at the age of ten, following the teachings of her mother and grandmother, and since then she has not stopped since, as she herself confides, her art makes her feel “very happy”. Thus the artist follows a local tradition that foresees that this particular type of pictorial technique is handed down in the family, communicated, learned and transmitted only by women. These paintings are closely connected with the ancient tradition of decorating houses on the occasion of the rite of passage of male children. In fact, between the ages of eighteen and twenty, the young people of the tribe went to the “school of circumcision” and underwent a special ritual that sanctioned their passage into adulthood. To celebrate this event the women completely repainted both the inside and the outside of their houses with a preparation based on cow and dung dung using a very large repertoire of traditional figures. These drawings were characterized by the presence of repeated geometric shapes, limited by a thin black border in decisive contrast with the white background, traced in a very clear way. The colors used are flat and stand out very vividly thanks to the edge and background used. The geometric abstraction that emerges from these paintings is underlined by the continuous repetition of such simple figures that make the whole work rather complex. Basically symmetries of lines, figures and colors are absolutely predominant.

Despite continuing to use the same “artistic vocabulary” closely linked to the tradition of his ethnicity, Esther Mahlangu has greatly changed the support and techniques with which he works. The artist, in fact, in addition to using pigments and industrial colors, has decorated with his lines and his geometric figures canvases, sculptures, ceramics, cars and even airplanes. The Mahlangu has in fact made in 1991 the first “African Art Car”, decorating with the typical motifs of the Ndembele tribe a Bmw 525, and collaborating with artists such as Andy Warhol, David Hockney and Frank Stella. These drawings were also reported in 1997 on the tails of the airplanes by British Airways and more recently the same particular painting technique was reproduced by the artist also on the new Fiat 500 on the occasion of the exhibition “Why Africa?”


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